domenica 16 marzo 2014

#4 Less is a bore!

Quando abbiamo parlato dell'impatto dell'informazione nell'economia contemporanea,e alla frase che ci pone la cassiera del supermercato :"ha la tessera?" subito mi è venuto in mente Robert Venturi a Las Vegas, quei mega cartelloni pubblicitari e esasperati, quelle strade enormi e luminose, il suo libro "Learning from las vegas"  e il suo "less is a bore!" (il meno è noioso!), oppure alla factory di Andy Warhol, alle sue opere che rendono il commerciale un'opera d'arte, un vasetto di zuppa, una coca cola... e siamo noi ad averli resi tali, la nostra coscienza li ha resi dando loro un riconoscimento che li eccettua in modo definitivo dalla comunanza degli altri prodotti.

Oggi si da molto più peso al contenitore che al contenuto, anche facendo la spesa, soprattutto facendo la spesa, trascorrendo il nostro tempo in quel "luogo-non luogo" che è il supermercato, o centro commerciale, uno spazio che non è più adibito solo alla necessità fare la spesa, ma uno spazio di sosta, di passeggio, di comunità. Infatti nella loro progettazione non ci si ferma più alla semplice aggregazione di capannoni che servano solo da contenitore del prodotto  in vendita, ma si studia il luogo in cui posizionarli, si creano aree di sosta e ristoro, e non vengono catapultati come contenitori freddi e metallici in altrettanti freddi e tristi parcheggi asfaltati.                 
Non possiamo non pensare dunque lavoro che c'è dietro a quell' etichetta o a quella pubblicità, a quel supermercato o all'allestimento di quell'evento, che di certo non si potrebbe mettere in atto senza l'aiuto di strumenti informatici o tecnologici. 

Siamo forse una società esteta e superficiale? 
Stiamo attraversando un periodo in cui mettiamo in crisi dei valori fondanti e diamo più spazio a elementi frivoli?

Siamo una società che vive in una città contemporanea che non è mutata grazie alle previsioni a lungo termine dell'urbanistica, ma grazie  all’allestimento e alle istallazioni di natura artistica e architettonica, interventi rapidi in grado di rispondere al sempre più in cambiamento stile di vita dei cittadini. L’allestimento visto come un qualcosa di adattabile sia a spazi esterni che interni, che entri nell’ambito del multimediale, del contemporaneo, ma anche dell’archeologico; dal museo ai teatri, dalla televisione ai parchi, dalle stazioni ai supermercati, può rispondere quindi a qualsiasi tipo di ambiente, attraverso semplici interventi, può rendere, a mio parere, luogo un non luogo.

L’allestimento è quindi un processo che attraversa vari campi, giocando con l’archeologia nell’allestimento di mostre o di scavi (es. fori imperiali Mario Merz), o giocando con luci e proiezioni (es. Jenny Holzer), con scenografie nei teatri, o palchi per esibizioni. 
Questi in particolare creati grazie all'uso di strumenti informatici.
















Allestimenti e installazioni, con la loro natura a breve termine, devono impressionare, lasciare il segno, e quindi modificare e influenzare la città contemporanea e i suoi cittadini in costante movimento e mutazione, che non riescono più a sopravvivere senza gli strumenti tecnologici, che non ne sarebbero in grado. 
Possiamo anche darci dei superficiali, ma non possiamo essere ipocriti e dare adito a chi cerca di seguire una tendenza eremita, o a chi forse ingenuamente afferma di voler chiudere il web, o non riflettere sull'affermazione del capo della sicurezza di Google:

-" Prima ci armavamo per combattere criminali sofisticati, ora ci stiamo attrezzando per fare la guerra alle nostre istituzioni" riferendosi al governo USA.

Facciamo quindi gli auguri al Web e a qualsiasi altro strumento che sia in grado di migliorare e far sviluppare la nostra vita, stando al passo della nostra frenetica esistenza.

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