Funzione
e simbolo nelle opere d’architettura.
“ A noi non interessavano i
monumenti”, parafrasando Frank Lloyd Wright, sostenevano gli architetti
moderni, e avevano ragione.
Possiamo
individuare nell’architettura, due correnti:
1) Chi
privilegia la funzione, tendendo a progettare l’architettura come strumento per assolvere ai bisogni dell’uomo;
2) Chi
privilegia la forma, caricando l’architettura di significati che esprimano il
senso dell’operare dell’uomo.
In quest’ ultimo caso, le forme dell’architettura
rispondono ad esperienze artistiche, libere dai contenuti funzionali, ma anche
cariche di significati simbolici ed espressivi.
L’architettura è un’opera, un oggetto esistente
che si esprime con la sua stessa presenza.
Fare architettura difatti vuol dire da una parte,
organizzare lo spazio fisico per assolvere a determinate funzioni sociali o
biologiche, ma dall’altro vuol dire “rappresentare” il modo in cui quelle
funzioni vengono espletate in un certo contesto culturale, cioè rappresentare
il valore di quelle funzioni, il senso che esse rivestono per l’individuo che
dovrà usarle.
L’architettura è quindi al tempo stesso, ma non
primariamente e secondariamente, funzione e simbolo. La funzione e il simbolo
sono indissolubilmente legati l’uno all’altro.
Essa è organizzazione ed
espressione di contenuti:
1)
Contenuti
espressivi: se riferiti ai poteri di comunicazione della forma;
2)
Contenuti
funzionali: se riferiti invece all’uso-fruizione dell’opera architettonica.
Baustelier Gropius 1927-8, by Edward Curtis, Courtesy Michael Hoppen Gallery |
Schizzo di Robert Venturi |
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